Per Mario Saligari, 61 anni, di Grosotto, chef di cucina e da trent’anni gerente l’hotel Saligari di Verceia, affrontare il trauma della perdita di una compagna di vita e di lavoro come lo è stata Enrica, per tutti Chicca, Pedeferri, mancata il 6 settembre dello scorso anno, non è cosa facile, ma col supporto dei propri collaboratori, ci sta riuscendo. E non solo di supporto morale parliamo, perché dopo la scomparsa di Chicca, la famiglia dell’hotel Saligari si è allargata e ora la gestione è in capo ad una nuova società dove c’è Saligari, sì, ma ci sono anche parte dei suoi ex dipendenti.
«Ho deciso di coinvolgere i ragazzi, i miei più stretti collaboratori, per garantire la continuità dell’attività - dice Saligari - e sono contento di averlo fatto. É un momento difficile, in cui trovare collaboratori validi è molto complicato, per cui occorre tenersi assolutamente stretti quelli che si hanno e che hanno dimostrato volontà e attaccamento al loro lavoro. Così, in società, ora, ci sono tre miei ex dipendenti e la nipote di Chicca. C’è Cory Ghedin, che è da anni con noi e che per Chicca era come una figlia, la quale si occupa del ricevimento e di tutta l’amministrazione, poi c’è Luca Galli, mio collaboratore di sala, e c’è Nicholas D’Alessandro, addetto all’allestimento banchetti e alla sala, e c’è Allyson Pedeferri, giovane nipote della mia compagna di vita e di lavoro. Questo è il nuovo cuore pulsante dell’Hotel Saligari, che gestisco da 30 anni e che ho portato avanti per 25 affiancata da Chicca. Vogliamo andare avanti, continuare nel solco tracciato, con una struttura sempre più moderna, rinnovata, confortevole, forte di 40 posti letto in 20 camere ristrutturate da cima a fondo nel 2019. Un grosso investimento avevamo fatto, in parte vanificato dal Covid, ma ci stiamo riprendendo».
L’albergo ha una clientela collaudata, si affaccia sul lago di Mezzola e lavora alla grande da Pasqua a fine ottobre. Semmai, il grande problema è rappresentato proprio dalla carenza di collaboratori alla quale Mario Saligari sta cercando di porre rimedio in tutti i modi. Anche facendo entrare in società gli ex dipendenti. «Lavorare insieme, condividere, collaborare, è fondamentale in tutti i settori e porta risultati - osserva Saligari -. É stato così anche per il progetto “adotto un vigneto”, che ho sposato insieme ai colleghi Giuseppe Bonseri del Sunny Valley di Valfurva e Marco Rocca di Mottolino spa di Livigno, su proposta di Aldo Rainoldi, titolare dell’omonima casa vinicola di Chiuro, e di Giacomo Mojoli. Nel 2007, per evitare che alcuni vigneti della zona di Valgella venissero dismessi causa l’impossibilità di ritirare e lavorare le uve, hanno lanciato “adotta un vigneto” chiedendo a noi albergatori di ritirare il vino prodotto dai piccoli, ma abilissimi coltivatori di questi appezzamenti di Valgella. Lo abbiamo fatto e ne siamo fieri».
Saligari ritira da anni il vino “Valtellina superiore”, ottimo, di Alessio Magi, e grazie a questa adozione ha ottenuto anche il premio “Follia creativa 2024”, organizzato da “5 Hats” in collaborazione con “Italia a tavola”. «Sono venuti da me a mangiare e pernottare dei giornalisti-talent scout lo scorso ottobre, in Valtellina per un tour organizzato dall’ente montano di Morbegno - dice Saligari - e, in questo frangente, per caso, hanno conosciuto il progetto “adotta un vigneto”. É piaciuto loro tantissimo e ci hanno voluto conferire questo prestigioso riconoscimento, frutto di passione, impegno e amore per la nostra Valtellina. Un’iniziativa cui abbiamo detto sì subito con convinzione perché ci ha permesso di sostenere la viticoltura locale, valorizzando il lavoro di vignaiuoli molto preparati e che meritavano assolutamente di continuare a coltivare i loro terreni». L’unione, insomma, fa la forza in vigna e in hotel.